11 marzo 2011

Ridateci le nostre vibrisse, dannazione.

un coguaro. Non c'entra un cazzo.
E se un farmaco potesse farci crescere lunghi baffi sensoriali (come le vibrisse dei gatti) e una sorta di apparato osseo dentro il pene? (come la colonna vertebrale di Gheddafi. Trattasi di un’elaborata similitudine per affermare che il colonnello è un cazzone. Anche le battute vi devo spiegare, roba da matti.)

Non so voi, ma io sono una persona disturbata con un’insalubre passione verso i mici e avere le vibrisse mi piacerebbe da vomitare. Ne ho già parlato al mio medico curante, il quale, restando meravigliato dal fatto che non fossi andato da lui per chiedere giorni di mutua, mi ha domandato dove avessi letto una cazzata del genere.

Su internet, dottore, dove diavolo vuoi che la gente legga roba interessante ai nostri giorni?
Non certo su Famiglia Cristiana, Focus o tutte le altre testate idiote che voi medici tenete nelle sale d’attesa.

Stando a quanto ho volontariamente travisato dallo studio di alcuni genetisti, solo poche molecole ci separano dall’avere vibrisse sotto il naso e un para-osso spinoso a base di cheratina a ricoprire il pene, incluso obbligatoriamente nel pacchetto “baffi sensoriali” (Si gente, il DNA non funziona in maniera differente dalle promozioni di mediashopping, se vogliamo le vibrisse dobbiamo prenderci anche le spine cheratinose sul pene); una ricerca pubblicata su Nature ha rivelato che smanettando un po’ con il nostro codice genetico sarebbe possibile riattivare i geni dormienti che stanno dietro ai succitati baffoni tipicamente felini e scartati dal percorso evolutivo umano.

Il gene in questione è stato spento a causa delle nostre abitudini sessuali: se avessimo il pene perennemente sull'attenti l’industria del porno non avrebbe senso di esistere, le donne non dovrebbero immolarsi innanzi all’altare sacrificale dell’appariscenza e se ne sbatterebbero di mostrar le tette, Bossi non potrebbe vantarsi che quelli della Lega ce l’hanno duro, Fassino resterebbe comunque un coglione inguardabile, i produttori di succedanei del viagra non ci intaserebbero la casella di posta elettronica con spam pubblicitario e soprattutto, stando agli autori della ricerca, l'attuale pene umano, essendo meno sensibile rispetto a quello dei nostri cugini primati (infatti i macachi, che come i topi o Berlusconi hanno il pisello perennemente pronto a trombare, godono come scimmie quando ciulano) serve ad avere rapporti sessuali più lunghi e quindi più appaganti per la mandria di frigide del cazzo che hanno mezzo orgasmo dopo che te le sbatti per un’ora.
Donne, sempre colpa vostra.

Um micio addormentato. Divertente, vero? già. Vaffanculo Sciuscia.

Quando potremo ingurgitare pillole in grado di spegnere o accendere alcuni bit del nostro DNA? Presto, basta aspettare che il bigottismo religioso smetta di interferire con la scienza.
Ok, magari non avverrà poi così presto.
Ritengo comunque che sarebbe spettacolare riuscire a poter percepire il mondo nel modo in cui i gatti lo percepiscono grazie ai loro baffoni, e son certo che un utilizzo al nostro nuovo pene riusciremmo comunque a trovarlo, anche se devo ancora capire quale.

Fonte: "How the penis lost its spikes" [www.nature.com]

A seguire una foto di alcune scimmie informate del fatto che il pene umano non sia come il loro.

l'ultima a destra in vero pare invidiosa.

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Drink! il primo blog italiano di satira videoludica e pseudo divulgazione scientifica che se non aggiorna è perchè ha qualcosa di meglio da fare che appiattirsi il culo di fronte a un pc.