10 dicembre 2010

Immagini raffiguranti tette intervallate da paragrafi di testo.

Players è una rivista in pdf fatta dagli stessi tizi di Babel, Parliamo di Videogiochi e altra roba noiosa, scritta da trentenni invasati con la pappa pronta e dedicata a un pubblico di trentenni invasati con la pappa precotta.
Sia chiaro, trentenni invasati con la pappa surgelata, non vi biasimo, vi invidio.
Anche perché di anni ne ho solo 29 e vado avanti a panini e ceres, alla faccia della dieta mediterranea e di tutte le altre cagate che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità.
(l’imene di Rita Levi Montalcini pare sarà a breve onorato del titolo più inutile del mondo dopo il premio Strega e i Macchianera Blog Awards. Parlo del riconoscimento come Patrimonio dell’umanità UNESCO, non del nobel per la pace. Doveroso specificare.)


Avendo scoperto dell’esistenza di tale pubblicazione virtuale dal titolo in vero molto originale (si Sheldon, è sarcasmo.) e dal sottotiolo vagamente simile a quello di Drink! - il primo blog videoludico che vi seppellirà tutti, non necessariamente con una risata - ed essendo io curioso come una scimmia monocefala (ormai il clichè della scimmia a tre teste fa ridere solo i trentenni invasati di videogiochi), non ho esitato a scaricare il numero zero della rivista.
Non solo l’ho scaricato, l’ho anche letto.
Non solo l’ho letto, me lo sono anche portato al cesso.

È un peccato che non sia stato scelto di utilizzare il supporto cartaceo tipico della stampa odierna, nell’editoriale si dichiara addirittura la morte della carta stampata, ed è un peccato perché ho finito lo scottex per nettarmi il deretano, due fogli di vera cellulosa in più mi avrebbero fatto comodo.
Pulirsi il culo con lo schermo del mio portatile?
Non ci avevo proprio pensato. Sempre più sagaci queste voci che ho nel cervello, complimenti.



Comunque grazie al cielo in ogni casa si trova una bibbia, anche nella mia. Sta dove di solito i normodotati tengono la carta igienica, ma c’è.
Avevo pensato di iniziare a leggere il libro dei libri, però ormai mancano troppi fogli e temo di sapere già il finale.
Inoltre alcune pagine sono appiccicate tra di loro, proprio come le pagine di quei vecchi fumetti pornografici che leggevo da piccolo.

Ma stiamo divagando, torniamo al punto: Yara è morta, cazzo, fatevene una ragione, piantiamola con ‘sta storia e passiamo alla prossima adolescente che questa qui è piuttosto bruttina.

Stiamo continuando a divagare, lo so, eppure se ci fosse stato un pezzo come questo sul numero zero di Players probabilmente non sarei morto di noia come è successo leggendo l’ennesimo, pallossissimo, articolo pregno di nostalgia redatto da capitan ovvio.

Possibile che non si riesca a vivere nel presente? Gente, sveglia! Il passato è una merda, una schifosa merda di cane. È patologico vivere nel passato, sapete? Continuare a rimpiangerlo serve solo a vivere male il presente, continuare a spompinarlo non lo farà venire, pardon, tornare.
Non siamo cerebrolesi e non è vero che le canne fottono la memoria, ce li ricordiamo tutti i giorni in cui ti rompevi i coglioni mezz’ora per caricare un gioco del cazzo sul commodore del cazzo del tuo amico del cazzo, tanto per dirne una, cazzo.



Vorrei leggere altro, voglio turpiloquio, tette, analisi sul futuro, non seghe sul passato, voglio vignette, voglio editorali scritti da blogger giovani e magari con del seguito, voglio sapere come va la scena indipendente, voglio ironia, voglio poter mostrare Players anche a chi di videogiochi non ne capisce un cazzo e far si che magari lo trovi intrigante (Riccardo Albini? Ma porca puttana, non gliene frega una minchia a nessuno di Riccardo Albini, cristo!). Di sicuro non voglio mai più leggere:

“è vero, abbiamo perso gli anni del rock ma abbiamo visto nascere i videogiochi”

Era una battuta, vero? Diavolo, Qualcosa del Genere in confronto è un principiante.


Fix it
Drink! il primo blog videoludico che porca puttana.