7 dicembre 2011

Wild Mad Nature

Secondo un chimico vissuto nella prima meta del novecento, o nella seconda, o forse era un altro secolo, cosa cazzo volete che ne sappia, la plastica è quel materiale che la Natura ha dimenticato di creare.


Cerchiamo di immaginare la scena; è sera tardi, tu sei la Natura, sei in attesa del treno per tornare a casa dopo 8 lunghe ore ordinarie e il solito extra.

Fai un lavoro abbastanza di merda, ripetitivo, frustrante.

Giorno dopo Giorno, ora dopo ora, frazione di tempo incalcolabile dopo frazione di tempo incalcolabile.

Non sei più una ragazzina, del resto hai una certa età e inizi ad accusare anche tu una carenza di vitalità


Normale, niente di allarmante.


Passi la tua esistenza scrivendo regole crudeli, facendole rispettare con brutalità. Ovvio che invecchi in fretta, sai che stress, che nervosismo.


Sei cinica per mestiere, ironica, soverchiante, dentro e fuori l’ufficio. E sei sola.

Rapporti sociali? Niente da fare. Carriera, carriera, carriera.

Gli amici ti schifano perché hai un carattere di sterco e l’alito non diverso. Inoltre tifi Juventus.
Già sei femmina, in più tifi Juve. Dai natura, sii onesta: un po’ te le vai a cercare.

Ed ecco che il treno arriva, sali, non trovi un posto per sederti ma non fa niente, hai finito da un pezzo il turno odierno e sei stravolta, vuoi solo sdraiarti sul tuo divano, magari farti due bicchieri di rosso, uno spinello, una partita ad angry birds, far nascere un vitello con due teste da qualche parte in India, uccidere qualche escursionista ibernato sotto una splendida aurora boreale, far crollare ancora qualche pezzo di Giappone con un bel terremoto, insomma, vuoi rilassarti un po’.

La gente si accalca, sgomita e starnazza; ti metti gli auricolari, ti alieni dal mondo.

Finalmente sei a casa, ti togli le scarpe, chiami la tua ex compagna, vorresti sapere come sta, se le manchi, provare a mantenere un contatto.

La casa è vuota senza di lei, ma non le manchi, lei è andata avanti e ora frequenta una donna più dolce, più presente e comprensiva, in grado di valorizzarla.

Butti giù il telefono, pessima idea telefonarle.
Cerchi qualcosa in tv da guardare. C’è Fiorello. Spegni la tv e vai a controllare la tua email, qualche sito internet interessante, i tuoi 4 profili diversi per ogni social network esistente.

Non ti caga nessuno, nemmeno virtualmente sai essere simpatica.
Provi la tentazione di aprire un tread lesbo su alfemminile.com, ma ridi alla sola idea; meglio ripeterlo, non sei una dodicenne cresciuta a pane, msn e foto sgranate del proprio viso fatte con grottesche prospettive evidenzia pregi e occulta difetti, quando eri piccola non avevi il cellulare, per tanto non avevi nemmeno la scusa di covare un cancro al cervello come spiegazione per la tua isteria congenita, quando eri piccola non avevi internet, iphone, apps, farmville.

Che vita grandiosa. Già.

In fondo questo presente non lo capisci, non lo senti tuo, non ti appartiene se non per qualche manipolo di invasati estremisti tuoi sostenitori.

Vegani, ambientalisti, ammaniti; gente così.
Poi finisci su un blog qualsiasi e leggi La plastica è quel materiale che la natura ha dimenticato di creare.




E pensi – “Ma porco giuda! Ma cosa stracazzo? Plastica?!? Ma chi l’ha detta ‘sta cazzata enorme? E Greenpeace?!? Cosa cazzo fanno quei froci ambientalisti quando c’è bisogno di loro?” e non lo pensi e basta, lo urli al tuo laptop.

- “Tutto il giorno a farmi il CULO IPERCUBICO per leggere ‘ste stronzate?? Stronzate che non vogliono dire nulla. Non dimentico nulla io, mai dimenticato nulla”.

Una sentenza che non giustifica l’esistenza di Renzo Bossi.

- “Finisco sempre il lavoro che inizio, e lo faccio sempre DA DIO, io. Forse Renzo Bossi m’è rimasto a metà, ma solo lui.”

Ah, ecco spiegato.

- “Bhe? Cosa vorresti insinuare? Eh? Lasciami stare che oggi proprio non è il caso.”

Insinuare, io? Proprio nulla, davvero, sono solo una voce narrante, intervallo le tue invettive per dare ritmo e leggibilità al pezzo, tutto qui.

-“FOTTITI SACCENTE FROCETTO ROTTO IN CULO!”

calmati, stai perdendo le staffe.

- “STO PERDENDO LE STAFFE? Sto perdendo le staffe! CERTO! PERDO LE STAFFE! VORREI VEDERE SE FOSSI TU A DOVER LEGGERE CAZZATE RIPIENE DI CAZZONAGGINE PURA SUL TUO LAVORO!”

Dai smettila, stai esagerando, davvero. Anche noi voci narranti non siamo proprio al top eh, mica però ci mettiamo a trifolare le sacche scrotali per ogni volta che

- “CAZZATE! Voce narrante dei miei coglioni.

E spiegami, Cosa vai a raccontare i cazzi miei? Ho letto, sai? Quanti account ho, dove, perché. Non lo so, vuoi sputtanarmi chiedendomi di mostrare la mia collezione di vibratori d’avorio? L’hai detto che odio gli uomini??”

Potresti evitare di sia di interrompermi, io non ti ho interrotto, che di offendere.

- “Offendere?! Qui si offende la sottoscritta. la plastica è quel materiale che la natura ha dimenticato di creare gne gne pappapero… VAFFANCULO, tu, la plastica, i chimici, le interruzioni, che tanto sai quali minchiate dovevi dire, fottiti, tu e quel porco di un maiale del cane di D”

Devi anche considerare che quella cosa lì sulla plastica io non lo so se è vera, mi pareva di aver letto un periodo simile in un libro prestatomi da un collega, ma boh, magari stai piantando un casino per nulla, dovresti provare a prendere cazzi in bocca, magari ti piace e la smetti di vomitare merda. O Magari continui ma ad almeno uno potresti fare un piacere.

- “DIO! Io l’asteroide che nel 2029 sfiora la terra LO FACCIO ENTRARE IN COLLISIONE con il tuo stupido pianeta, ‘fanculo, mi sono rotta, trovatevi un’altra, io cambio lavoro. Andatevene tutti a FARE IN CULO. Teste di cazzo. Plastica. Ma porca puttana. Io vi faccio causa, teste di cazzo. Aspettate notizie dai miei legali, e ora fuori dai coglioni.”

No, senti, sentite, basta. così non si può lavorare.
Vedi quando lavori con principianti?

Basta dai, stacca tutto, mi son rotto.
Questa storia finisce così, la voce narrante è off, me ne torno a casa, fottettevi.




La natura non è stata maltrattata durante la stesura di questo post. Ma due schiaffi di certo le avrebbero giovato. Mi raccomando, questo natale per il vostro albero non scegliete arbusti di plastica, scegliete veri abeti.



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