10 marzo 2010

Special Guest Post: Essere Disgustosi*


LA POSTA SEGRETA DEL DOTTOR VERONESI*


Carissimo dottor Veronesi, cos’è la verità? (Augusto, 52 anni, giornalista)

Cos’è la verità. Una domanda che, a prima vista, potrebbe sembrare intelligente. Se questa fosse La posta segreta di Concita De Gregorio. 
 Col termine verità si indicano una varietà di significati in grado di esprimere un senso di accordo con la realtà dei fatti e, generalmente, sono collegati con il concetto di onestà, buona fede e, limitatamente a maxiprocessi di mafia e direzione del Tg1, reticenza.
Una definizione decisamente più stravagante ci viene data invece dall’algebra booleana: se operiamo nella tabella dell’OR dire una verità e una bugia corrisponde alla verità. Se non vi fosse bastato quest’enunciato per farvi capire quanto i nerd di tutti i tempi, oltre a non scopare da anni, vivano al di fuori del mondo reale eccovi la tabella delle verità dell’operatore logico OR:

F or F = F
F or V = V
V or F = V
V or V = V

dove V e F stanno per vero e falso. E l’uguale sta per l’uguale. A meno che quest’ultima affermazione non sia falsa.


  
Nell’immagine in alto vi è George W. Boole: i suoi studi rappresentano, oltre che una rigida quanto ostentata ed efficace astinenza sessuale, le basi fondamentali della logica matematica. Le sue tabelle delle verità aprirono le strade al mondo dell’elettronica, ai moderni calcolatori e ai primi vibratori a forma di coniglio scissionista greco-ortodosso ma aperto alla cultura new age. La logica matematica -sempre nell’immagine a sinistra- è una scienza che, nel corso della storia, mieterà migliaia di vittime oltre che di divorzi causa disfunzioni erettili, incuria igienica ed iscrizioni alla mailing list di Beppe Grillo. Per non parlare di tutti gli uomini che sono impazziti nel tentativo di risolvere algoritmi: mio cugino, durante la progettazione di un'applicazione Java, dimenticò di chiudere un ciclo IF e morì. E’ ancora lì, alienato dalla realtà, che incrementa speranzoso il suo contatore.

Ma cos’è e cosa fa esattamente l’algebra booleana? Oltre a darti buone ragioni per violentare i corpi senza vita di anziane donne rimaste intrappolate tra le macerie di un condominio crollato a Concepcion, intendo. L’algebra booleana è una rara malformazione dell’organo sessuale maschile diffusasi in Gran Bretagna agli inizi dell’Ottocento: tale deformità peniena, sebbene nell'elettronica pura si possa parlare esclusivamente di disfunzione erettile, fa riversare sulla logica matematica il vigore fisico e mentale che non si disperde in inutili affaticamenti procreativi favorendo quindi l’attività sessuale dell'adolescente primogenito del vicino di casa di Emix.
Ed è proprio grazie a questo meccanismo che la natura, indirettamente, fa evolvere i moderni elaboratori e consente ai nerd di tutto il mondo di provare la gioia dell'essere genitori.
Perché no, altresì non si può non evitare di asserire che la verità non è che la smentita di una falsa non-negazione ritrattata del vero -tabella del NOT, meglio conosciuta come operatore booleano di Francesco Caruso- e dunque, quando la vostra ragazza vi chiede se ha il sedere grande, potrete tranquillamente dire la verità avvicinandovi alla finestra e rispondendole che una giornata così bella non si vedeva da un pezzo. A meno che non vi troviate ancora a Concepcion.



Nell'immagine a tribordo del catalogo di biancheria intima maschile che nascondete nel cassetto della scrivania, l'uomo per cui il professor Boole perse la testa: durante lo studio dell’operatore logico AND prese una cotta per Augustus De Morgan -nella foto a sinistra mentre si masturba con un tampone uretrale infilato nel pene e, a destra, mentre non lo fa- brillante matematico britannico di qualche anno più anziano di lui: una delle corrispondenze ritrovate si conclude con “sono la tua porta AND a due ingressi con uscita commutata: implementami dentro”.
Nell’ottobre del 1864 George Boole prese un raffreddore e, nel dicembre dello stesso anno, morì di febbre. Se da bambino avesse fatto un po’ di sport in più probabilmente non sarebbe andata così.


Caro dottor Veronesi, perché la Apple ha il simbolo di una mela addentata? (Ruben, 27 anni, immigrato)


Nonostante Jobs e Wozniak non si siano mai pronunciati ufficialmente sul logo della storica casa produttrice di elaboratori vi sono diverse teorie a riguardo: c’è chi lo associa a Guglielmo Tell, chi all’episodio biblico di Adamo e Yoko Ono e chi al sentimento di rivalsa che i due covavano per i medici generici.
Eppure, secondo un circoscritto sottoinsieme di ciccioni stempiati astigmatici che non scopa da Windows 98®, all’origine della scelta vi sarebbe la mela di Alan Turing, padre della logica matematica morto suicida dopo averne ingerita una avvelenata. E avvelenare una logica matematica non è semplice come si possa pensare.
Alan Turing, inventore della macchina di Turing, fu condannato alla castrazione chimica nel 1952 perché giudicato gay: i suoi molteplici studi e la sua dedizione per la scienza non furono sufficienti per dimostrare la sua inattività sessuale.
Molti studiosi sarebbero per applicare tale metodologia a tutti i nerd del pianeta ma diversi scienziati ne hanno sentenziato la totale inefficacia: anche in caso di castrazione fisica la vita di Emix, ad esempio, non cambierebbe di un millimetro.
La macchina di Turing è una delle prime macchine logiche o, più verosimilmente, una stampante che lavora su un nastro leggendo un carattere alla volta: un meccanismo stupido che farebbe apparire intelligente anche una mensola, direte voi. No, se consideriamo il processo d’apprendimento neurobiologico di Asia Argento. Tornando allo sfortunato Turing, nel 1954 si suicidò avvelenandosi. Dicono che la castrazione gli avesse provocato un ingrandimento del seno. E mi viene difficile immaginare una cosa peggiore per un omosessuale.
Per concludere vi è la teoria di padre Cantini, pioniere dell'e-vangelizzazione nonché inventore del portale bambinivogliosi.net: sebbene non tutti i pervertiti siano bravi informatici se sei un bravo informatico sei un pervertito.




Nell’immagine a sinistra, Alan Turing dopo la castrazione chimica: uno dei capostipiti dell’informatica aveva le tette. Tra i rarissimi casi di tette nell’informatica. Nell’immagine al centro è ritratta la mamma di Alan Turing che, nonostante l’aspetto giovanile e l’apparenza arzilla, soffrì molto per l’ingrandimento del seno del figlio: è dura accettare che il tuo ometto abbia le tette più grandi di casa. A destra, invece, Alan Turing prima dello scompenso ormonale.



* = Norberto Veronesi, gemello buono del più famoso Umberto, è nato a Milano il 28 novembre 1925: medico ricercatore, chirurgo e luminare della prostituzione minorile. Tra le sue pubblicazioni più citate spicca “L’alopecia negli studenti di ingegneria meccanica: come combatterla”, un volume che si proponeva di confutare i teoremi fondamentali della fisica applicata. Trascorse gli ultimi anni della sua vita alla ricerca del gene che fa muovere volontariamente le orecchie. E non ci riuscì. Anche sua madre, accorsa al suo capezzale, gli diede del coglione.




(thanks to Essere Disgustosi*)


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