21 febbraio 2010

Somewhere over the rainbow

Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. No, niente che abbia a che fare con Orione o altri trip fanta-planetari, io le ho viste sulla Terra, quelle cose.

Ho visto due eroinomani disperarsi perché la dose che avevano appena comprato era gesso. Un uomo ed una donna, nelle prossimità di una fermata del bus, dei pezzettini di un sacchetto di plastica per terra, un altro pezzo nelle mani di lui, lei con gli occhi neri e lontani, come quelli di un Pokemon.
“Non c’è niente, non c’è niente!” ripeteva lui, esasperato. Lei assente. E magrissima. Potevi scambiarla con la tabella degli orari, a guardarla distrattamente.

Ho visto un tale urlare a squarciagola per la strada. Un uomo anziano, leggermente gobbo. Reiterava una disperata domanda d’aiuto. Qualcuno ha ucciso la sua famiglia, pare, che qualcuno lo aiuti.
“Hanno ucciso la mia famiglia, qualcuno sulla Terra mi aiuti”.
È un noto pazzo, così viene apostrofato. Nessuno lo aiuta, nessuno lo nota realmente, nemmeno le stelle.

Ho visto africani correre veloci come Bolt, con grossi sacchi pieni di vestiti taroccati tenuti in spalla, mentre macchine della finanza spuntavano in lontananza, come fossero pinne di un branco di squali.
Non ho mai visto un solo poliziotto agire quando ce n’è stato bisogno, li ho soltanto visti ritirare patenti a giovani che avevano bevuto due birre, rompere il cazzo a ragazzini che si fumano uno spinello, o pretendere di entrare gratis al cinema mostrando il distintivo.


Ho visto una vita finire mentre contavo le gocce di una flebo di morfina che lentamente andavano giù.
Una, due, tre, quattro.
Nel frattempo due paramedici parlavano del Genoa.

Una città con troppe chiese, troppi ipocriti, troppa indifferenza, troppa solitudine, troppa eroina e troppa disperazione; voi come la definireste?
Esatto.







I have to

Drink! il primo blog videoludico che profuma di rosa francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon