20 dicembre 2012

Barbarie

[Il post seguente è preso da Vita in Foresta, il blog di Chiara, la ragazza più alta che io abbia mai visto, qui a sinistra immortalata insieme a  Mitraglia, il suo animaletto domestico d'infanzia. 
Chiara è stata in Perù ad arrampicarsi sugli alberi,  evitare di farsi rubare i reni da cacciatori d'organi in deltaplano e altre storie davvero molto affascinanti.]

Si dice che l’oro inca sia maledetto. Capita ogni tanto che la gente trovi dei tesori nelle proprie case o terreni, e di frequente la scoperta è seguita dalla malattia e morte di un familiare. La scienza spiega questi fatti con la presenza di miasmi, dovuti ad esempio al radon, che si liberano con l’escavazione, ma nell’immaginario collettivo si è radicato il concetto che una vita, ed in particolare una vita umana, è il pagamento che la terra richiede in cambio della ricchezza.

La regione delle Ande peruviane pullula di miniere, ufficiali e illegali. In entrambe le realtà c’è la macabra, crudele usanza di sacrificare ogni tanto qualche vita, affinché la terra ceda l’oro e l’attività mineraria abbia successo. Di solito vengono presi disadattati sociali, persone povere e sole, soggetti insomma che nessuno verrà poi a cercare; viene fatta loro una festa, dove sono ubriacati o drogati e alla fine vengono seppelliti vivi nella miniera.

Sembra una cosa assurda, neanche io ci volevo credere, ma ho raccolto sufficienti testimonianze, anche da parte di ONG che lavorano sul luogo, per poter convincermi che accade davvero, e non solo per l’oro.

I ponti ad esempio, chissà su quanti cadaveri son passata, perché c’è la credenza che affinché il ponte sia duraturo e non crolli, bisogna eseguire un sacrificio che preveda la cementificazione di una persona dentro.
E’ la gente delle Ande, in particolare, a credere a queste inumane forme di pagamento alla terra, non è ovunque nella sierra, ovviamente, ma ci sono diversi paesi così. Come ad esempio dove è nato Lorenzo, il marito di doña Rosa. Lei mi ha raccontato che lo sposo l’aveva portata a trovare i suoi parenti, si erano fermati in quel paesino andino per un periodo e lei ha avuto l’occasione di assistere alla festa dell’acqua.

Era rimasta molto colpita dagli spettacoli, dalle danze, dai variopinti costumi tradizionali e partecipava spensierata alle giornate di festa.

Finché un giorno Lorenzo, sollecitato dai fratelli l’ha dovuta mettere in guardia e l’è stato spiegato tutto: durante la festa dell’acqua si deve trovare una vittima da sacrificare, affinché si rinnovi il patto con il fiume e la pioggia, affinché non manchi l’acqua ne’ sopraggiungano grandinate o alluvioni.

Durante questo periodo quindi, si esce in gruppo, non ci si allontana ne’ si da troppa confidenza a chi non è un compaesano, perché ogni paesino sta cercando una vittima, potrebbe essere gente dei centri popolati vicini, come anche turisti richiamati dalla festa; ogni famiglia quindi deve prestare molta attenzione a proteggere i propri cari.

In quell’anno in particolare non si è riuscito a sorprendere da soli andini di comunità vicine, allora l’ultimo giorno un gruppo ha dovuto viaggiare verso una città, dove ha caricato un ubriaco, l’ha portato sul fiume e come è finita lo sapete.

E non si può far molto davanti a tutto ciò, è più che omertà, è una tacita approvazione di una pratica perversa da parte di interi paesi.

E la polizia non sembra essere un problema, il Perù è un paese molto centralizzato in Lima, ciò che accade in periferia passa facilmente sotto silenzio.


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