7 luglio 2010

Frequently Asked Shit

Alla gente piace fare domande. A me piace rispondere nel modo più sprezzante possibile.

I quesiti seguenti sono stati selezionati legando un bigliettino con su scritto un numero alle zampe di dodici volpi, lasciate libere di scappare mentre il sottoscritto, a cavallo e armato di carabina, si divertiva a stanarle e tentare di sterminarle a sangue freddo.
Ne ho uccise tre. Se avessi avuto una Xbox con cui trastullarmi questo non sarebbe successo.


Ecco le domande corrispondenti ai numeri recuperati:

"Ma come, c’è stato l’E3 e tu non hai scritto manco una parola in merito?"
Ma come, è estate e tu non hai niente di meglio da fare che vedere se ho scritto qualche cagata sull’E3?

"Emix, in mezzo a tutto questo cinismo, in mezzo a tutte queste cose che rinneghi, c'è qualcosa in cui credi davvero?"

Cazzo se c’è.
Ce ne sono a volontà. Un numero così elevato che farei prima a dirti le cose in cui non credo. Ti ho mai detto che prendere per vero quello che scrivo non credo sia una buona idea?
Appurato ciò, credo che gli extracomunitari parlino troppo al cellulare. Ogni volta che ne vedi uno per la strada (o allo zoo) è li che sbraita al col telefonino dicendo chissà cosa e soprattutto a chissà chi.
Poi arriva e ti chiede le noccioline, o ti ruba il portafoglio.
Oppure è un terrone e fa entrambe le cose.

Credo nel fatto che non esista nessuna entità sovrannaturale in grado di premiare la tua condotta morale di vita sulla terra. Ma se esistesse mi piacerebbe fare il suo lavoro. Sarei stronzissimo. Esattamente come Dio.

Credo che il sesso anale sia sopravvalutato. A volte un pompino è più che sufficiente.

Ma, cosa più importante di tutto, credo che adesso me ne andrò al mare. Tornando a casa mi compro una Xbox.
Credo basti.

"Come mai hai iniziato a pubblicare tutte queste foto di tettone e fighe?"

Esagero per compensare perché sono gay.
Nell'immagine seguente potete osservarmi mentre cerco di ostentare un po' di eterosessualità.



Gimme a fucking
Drink! Il primo blog videoludico antipatico per finta. Tanti altri lo sono per davvero.