2 maggio 2010

Reality Show

Non ho mai conosciuto mio padre, il che, tutto sommato, è una fortuna; ho una persona in meno da odiare. Con i tempi che corrono non si può dire che non faccia comodo.
Pensavo proprio a questo ieri sera, o più correttamente stamattina, mentre a metà di Via Balbi vomitavo sulle mie scarpe l’equivalente liquido dell’anima, insieme ai pezzi di un hamburger fagocitato qualche ora prima.
Era da un sacco di tempo che non vomitavo.
“Meglio per la strada che dalla finestra”, dissi a me stesso, quindi tornai a casa.
Non credo che l’inquilino del piano di sotto accetterà questa storia quando andrò a scusarmi da lui per la chiazza verdastra che comunque ho rigurgitato sul suo balcone, ma diavolo,
uno che ascolta Poker Face a tutto volume certe cose se le merita pure.

E poi sono sicuro che non gli piacciano i videogiochi, basta guardarlo per capire che è uno sfigato.
Probabilmente nemmeno a mio padre piacciono i videogiochi.
Vive in Sud America, ammesso che il terremoto in Cile non lo abbia scaraventato dritto all’inferno, lì credo non sia arrivato manco il Commodore 64.



Noi, che siamo parte di una nazione evoluta e moderna, possiamo permetterci di guardarli dall’alto quei sudamericani selvaggi.
Una volta lessi un articolo su Venerdì di Repubblica che spiegava le similitudini sociali tra i sudamericani che vivono in Italia e gli italiani di 50 anni fa. Pranzi all’aperto, famiglie numerose, chiasso, donne grassissime e altre cose.
Si vede che l’autore dell’articolo non è siciliano nè calabrese.

I terroni sono molto simili ai migranti cileni, peruviani, maya e aztechi.
A Genova c’è un quartiere unicamente popolato da terroni e aztechi.
E qualche genio ha avuto la brillante idea di proporre tale luogo, gremito di religiosissimi bigotti, per la costruzione di una moschea.
E qualche altro genio più alto in grado ha detto “Dannazione, si, è perfetto quel posto lì! Sei promosso ad Assessore!! Ora alziamoci tutti lo stipendio!”
E la serata finì a coca e troie.
Gli abitanti del quartiere ovviamente hanno manifestato il proprio dissenso, scendendo in piazza e imbandendo un banchetto. U Ziu Tanu ha portato la salsiccia, Donna Maria le lasagne e Ciccio u Pacchiune si è ubriacato fino a svenire.
Carlos invece si è fatto crocifiggere per protesta mentre diverse donne dai fianchi larghi come il culo di un’ecudoriana parlavano tra di loro in spagnolo probabilmente senza nemmeno capirsi a vicenda.

Pare che comunque la moschea verrà fatta.
Potrebbe essere giunto il momento giusto per cominciare a credere in Allah.
Bestemmiare un altro dio potrebbe essere una piacevole variante.


[vignetta di essere disgustoso*]
[video scovato grazie ad Ars Ludica]

Be stupid
Drink! il primo blog videoludico che non essendo morto da eroe vivrà abbastanza a lungo da diventare il cattivo.