21 maggio 2009

Video games e criminalità giovanile: una menzogna mediatica.

Inevitabilmente i media traggono vantaggio dallo scandalo, dalle paure ataviche della gente, dai mostri e dalle notizie che più che informare terrorizzano gli utenti. Per questa ragione accade che qualcuno tema internet, gli stranieri, le bombe battereologiche, i cereali con troppe calorie o gli ovetti di cioccolato farciti di espolsivo, per questo motivo molti luoghi comuni vengono scambiati per arbitrarie verità. Non da tutti, no, ma da una buona parte purtroppo si.



Uno dei luoghi comuni che Drink! si appresta a sfatare è la (presunta) relazione tra criminalità giovanile ed uso di videogames negli States, una pura menzogna per due ottimi motivi:




Violent Crime Rate

1) il numero di reati è drasticamente in calo negli USA. il 2004 ha segnato il record di minor crimini commessi dal 1964. Il videogioco più venduto del 2004? Grand Theft Auto: San Andreas;





2) ammesso che possa esistere una relazione tra un gesto di violenza e il modo in cui si trascorre il proprio tempo libero, i crimini giovanili non hanno risentito della pubblicazione di certi controversi videogiochi, anzi, continuano a diminiure ad ogni nuovo GTA;





La situazione italiana? Tutto tranquillo, qui da noi i videogiochi sono ancora roba per invasati, non certo per criminali.



immagine e fonte Gamerevolution.com.