18 luglio 2012

Che mondo sarebbe senza Playstation?


Sony Computer Entertainment è un azienda giapponese che bla bla bla. Racconto di scarso interesse.
All'interno del post tre momenti imbarazzanti nella storia del marketing dei prodotti Playstation e cappelli gratis.
 
Fail#03: Festa promozionale per God of War 2, Atene, Grecia. L’anno è il 2007. Per pubblicizzare il noto videogioco venne organizzato da un pool di specialisti un Party a tema. Due le attrazioni principali: una capra sgozzata in livestream grondante sangue e un'ancella in topless generosa nell'elargire uva ai presenti. Macabro e sessista, o macabro e basta, fate voi.

Pare che anche Charlie Sheen partecipò, probabilmente nella parte della capra.

Conclusa la festa le polemiche non tardarono a fiorire, tanto che Sony considerò necessario rilasciare tempestivamente un comunicato sull’accaduto: 

“Avete ragione, abbiamo esagerato, non avremmo dovuto invitare Charlie Sheen.”


Fail#02: In Germania la Playstation Portable esordisce nella versione bianca durante il 2006. Per pubblicizzare il nuovo colore viene creata una campagna fotografica accusata di razzismo perfino dal Nationalsozialistischer Untergrund. Ecco l'immagine incriminata.

meh.





 
Seguirono proteste, violenti scambi di opinione sull'etica di una nazione, digressioni sul senso della vita e sulla misura di reggiseno della tizia. Quindi la dichiarazione riparatrice:
“Avete ragione, siamo stati sprovveduti: la Psp avremmo dovuto farla bianca fin da subito.”


Fail#01Little Big Planet ritirato dagli scaffali dei negozi di tutto il mondo per riferimenti offensivi verso il Corano scovati nelle viscere del videogioco da individui che trascorrono la propria esistenza passando in rassegna tutto lo scibile umano per vedere cosa è oltraggioso e cosa no. Siamo nel 2008. Non tutti, ovviamente.

Inevitabili le polemiche, soprattutto quando si ha a che fare con gente che è 622 anni indietro. La pronta risposta di Sony, costretta ancora una volta a scusarsi pubblicamente, servì a mitigare gli animi infervorati dal più innocuo e adorabile titolo mai apparso su Ps3:
“Avete ragione, abbiamo sbagliato: non avremmo dovuto produrre un videogioco così gay.”



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