5 febbraio 2011

Gli alieni esistono e giustamente ci ignorano. Nuovi approcci alla comunicazione interstellare.

un tipico abitante di Omicron Persei 8 strafatto di LSD
Dopo che per più di 37 anni varia spazzatura umana è stata mandata in giro per l’universo allo scopo di farci notare da altre forme di vita intelligenti, e visto che gli abitanti di Omicron Persei 8 non sono ancora venuti sulla Terra per prendere sonoramente a calci le vostre pallide chiappe mollicce da obesi internet-dipendenti attaccati tutto il cazzo di giorno al pc, merda quanto mi fate schifo, un pool di scienziati ha deciso che forse è giunto il momento per rivedere gli standard di comunicazione con potenziali civiltà aliene.

Proveranno a mandare Rutelli e tutto il Terzo Polo nello spazio? Nossignori. La spazzatura non è per tutti i popoli della galassia così interessante come lo è per noi terrestri italioti, pare.


Stando a quanto la mia insonnia mi ha appena fatto scoprire, la non remunerativa e dannatamente onerosa storia dei tentativi di dialogo con mondi extraterrestri iniziò nel 1974, anno in cui il radiotelescopio Arecibo, sito in Portorico, trasmise il primo messaggio nello spazio sparando stringhe di codice binario verso una stella lontana 25.000 anni luce.

Per chi non lo sapesse, l’anno luce è la distanza che intercorre tra la maggioranza di voi che mi leggete e la possibilità che riusciate a copulare e ingravidare una donna.
Il codice binario è invece un tipo di alfabeto che utilizza soltanto due simboli per la codifica delle parole, ovvero le volte che avete scopato nella vostra vita (0) e le volte che a essere ottimisti scoperete ammesso che qualche amico vi paghi una troia prima della vostra morte per sifilide (1).

Il messaggio in questione conteneva informazioni circa il DNA umano, il saluto "hola amigos", il sistema solare e il telescopio stesso.
È assai probabile che chiunque lo abbia intercettato sia morto di noia e abbia cambiato canale per sintonizzarsi su un pianeta più divertente pieno di tette ed esplosioni.
Santo cristo, puoi mandare in onda qualcosa nello spazio e invece di lanciare insulti anonimi alla madre di E.T. ti limiti a sparare puttanate sul nostro DNA? Hey scienziati, mica è detto che nell’universo siano tutti nerd e sfigati come voi o la maggior parte di quelli che mi leggono.
E non parliamo di cosa penserei se volessi divertirmi a fare la parte del paranoico: gli abbiamo dato il nostro codice genetico, tanto valeva dargli anche la vaselina.

Sebbene qualcuno stia ancora lì in Portorico a domandarsi come mai non è ancora emigrato, aspettando in modo insano che dalle stelle arrivi una risposta, gli uomini di scienza meno psicologicamente instabili, incassato il fallimento, non impiegarono molto a capire che bisognava tentare altri approcci per entrare in contatto con gli omini verdi. Così il radio messaggio di Arecibo non fece altro che aprire la strada a tutta una serie di spam interstellare fatto di musica, pop-up pubblicitari, offerte di viagra, richieste di amicizia su facebook e cagate del genere.

ecco un metodo di sicuro efficace per comunicare con chicchessia.

Son certo che la spiccata natura antropocentrica dei diversi messaggi spediti tra le stelle abbia potuto far intendere agli alieni che siamo una specie molto piena di se.
Bisognerebbe mandar nello spazio anche i blog delle quattordicenni rincoglionite che stanno su splinder o qualche episodio de “la prova del cuoco” per far capire agli alieni quali apici di bassezza possa raggiungere la cultura antropocentrica, così, per compensare.

Insomma, probabilmente gli alieni non ci cagano perchè sono stati compiuti svariati errori. Ma sbagliando s’impara e ora è tempo di voltare pagina.
Dio come amo la forza retorica dei luoghi comuni. Temo di non essere il solo, purtroppo.

Dimitra Atri, dall’università del Kansas, Julia DeMarines, dalla International Space University francese e Jacob Hagg-Misra hanno deciso di scendere in campo.
E senza ricorrere a luoghi comuni o agli aiuti patrimoniali della mafia, roba seria.

La missione del dream team appena citato è quella di riuscire a trovare un metodo efficace per raggiungere una vasta platea di alieni, possibilmente senza offendere nessuno, che potrebbero anche esserci teste di cazzo ostili intenzionate a sterminarci per davvero.
Ricordate, grazie a quell’idiota che ha usato Arecibo hanno il nostro DNA, serve cautela.

Ci si preoccupa di come farsi capire dagli alieni, ma a quando un protocollo per comunicazioni efficaci anche tra gli umani?

Qual è stata la grande trovata delle menti illuminate di cui sopra? Aprire un fottuto sito internet e lasciare che tutti gli scarti umani della società presenti al mondo e dotati di adsl suggeriscano la propria su cosa è meglio o no dire agli alieni, in culo a Mr. Wolf.
No, non sto scherzando.

Forza, andate a dare un’occhiata a questo sito creato dagli scienziati per trovare una soluzione al problemma dalla cripticità e della non organizzazione dello spam extraterrestre, e pensate anche a cosa dire agli alieni per risultare simpatici e originali, magari qualcuno vi nota e potreste anche trovare una fidanzata fatta di azoto su Proxima Centauri.
Dicono che siano delle gran porche quelle fatte di azoto.

Oh ma immagino siate già tutti lì, a picchettare le vostre dita tozze sulla tastiera unta, perdendo tempo prezioso che avreste potuto dedicare a qualsiasi altra cosa, eccitati dal nulla.

Siete così?
Merda, quanto mi fate schifo.
Grazie al cazzo che gli alieni non ci cagano.


"Scientists suggest protocol for messaging to aliens" [Physorg.com]

Spegnete questi cazzo di computer, forza
Drink! Il primo blog videoludico che se andrà all'inferno ci andrà col gilet.