21 giugno 2009

post altamente impopolare

Non sono un grande fan del futbol.

Almeno non di quello ultra sfarzoso e avvelenato dal denaro.
Probabilmente non ne capisco l’essenza, probabilmente non lo capisco proprio.


Certo, se non esistesse è difficile immaginare di cosa parlerebbe la gente. Un mio amico una volta disse: “sarebbe un gran casino se interrompessero il campionato perché la gente, non dovendo più pensare al calcio, penserebbe alla politica”.

Uno scenario terribile, Berlusconi vincerebbe a mani basse tutte le elezioni.
Oh, vero, succede già.


In ogni caso, non amando precludere il beneficio del dubbio, ho accettato un invito a vedere Sampdoria - Reggina allo stadio, invito che avrei quasi sicuramente declinato se non fossi stato ubriaco durante la proposta.

La parola data è la parola data, non conta quanta birra tu possa avere ingurgitato, dire “ero ubriaco” non è una scusa da veri uomini. È l’equivalente del mal di testa femminile, tanto per intenderci.

Una scusa da veri uomini è “Ho altro da fare”. Ma io quella domenica non avevo proprio nulla da fare,
quindi è così successo che mi sono ritrovato allo stadio, nella curva della squadra di casa con un feroce mal di testa e la voglia di vomitare perennemente attaccata alla laringe.


Mentre discutevo con un tizio sul fatto che l’affermarsi generale del consumismo è stato incentivato dalle donne (sessismo, esattamente. Di cos’altro si può discutere allo stadio?), inizia la partita, tutti in piedi.

-“Cosa?”

-“devi alzarti!”

-“Perché? Io voglio stare seduto!”

-“Si alzano tutti!”

-“Mi stai prendendo per il culo?”

No, non lo stava facendo, era dannatamente serio.


Della partita, finita per un’assurdità di goal a zero (povera Reggina.. e pensare che avevo scommesso la sua vittoria alla snai.) non ricordo nulla di notevole, a parte dei fastidiosissimi fumogeni, esultanze al limite dell’accanimento terapeutico ad ogni goal e quella mandria di invasati denominati capi-ultras.

Loro non guardano la partita, stanno spalle al campo e incitano i tifosi, organizzano le coreografie, intonano per primi quegli assurdi slogan a favore della propria squadra che vengono prontamente seguiti dagli invasati di ordine minore che li circondano, insomma, nutrono il patologico bisogno di appartenenza tipico di chiunque non è incline a chiedersi:

“Ma perché devo dar retta ad un imbecille pelato e visibilmente frustrato?”


Qualcuno ha una grande stima di questi schizoidi, si pensa che senza di loro il tifo organizzato non esisterebbe.

“E di quali grandi e immortali imprese si è mai fregiato quello che tu chiami tifo organizzato?”

E giù una serie azioni filantropiche miste a feste, meravigliose coreografie, secolari risse, gemellaggi qualunquisti e roba così.

Roba da far impallidire anche l’inventore della stampa a caratteri mobili.

Finita la partita siam lentamente usciti dallo stadio. Nel primo bar che ho incontrato ho bevuto una tennent's.


A volte penso che una sorta di attentato terroristico volto a sterminare contemporaneamente tutta la gente che va allo stadio potrebbe essere un buon metodo per eliminare alcuni invasati, ma pare che l’eliminazione sommaria di un data tipologia di individui non sia vista di buon occhio dalla morale generale. E cazzo, io ci tengo alla morale generale.


Che possiamo farci?


Risposta A: evitare di andare mai più a vedere una partita dopo una sbronza. Sono irritabile, dopo una sbronza.


Risposta B: Donare l’8 per mille ad Al-Qaeda e confidare nell’anima vendicativo di Allah.


Risposta C: Evitare il futbol e pensare alla gnocca, ai videogiochi, a cose che mi fanno divertire, come scrivere post altamente impopolari su argomenti decisamente popolari.



A proposito, The Sims 3 non è quel gran gioco, non compratelo senza prima averlo provato. Anzi, non compratelo proprio, scaricatelo.



Ho votato la C. Ma anche la B non era male.



kiss my

Drink! il primo blog para-videoludico contro la discriminazione del colesterolo