3 marzo 2010

Recensione: Codice Genesi [film]

Un uomo di nome Eli assurdamente motivato a viaggiare verso Ovest si muove in un mondo post apocalittico già visto e raccontato con più credibilità in Ken il Guerriero, Mad Max e migliaia di altre storie. Se continui a leggere ti racconto il finale, sappilo.


Il protagonista, Denzel Whashingotn, è una sorta di monaco guerriero che sente le voci nella testa e uccide la gente decapitandola come se niente fosse. Un uomo di chiesa come tanti, insomma, ma senza il vizio delle puttane e con una missione importantissima: portare con se una Bibbia scritta in Braille, quindi incomprensibile a quei pochi individui alfabetizzati presenti sulla terra, verso un luogo stabilito dalle appena citate voci nella testa, luogo che si scoprirà essere una copisteria dove uomini armati ma decisamente eruditi cercano di far rinascere la cultura stampando tutto quello che gli capita a tiro.

In questo film, altra trovata originale e geniale, i libri sono stati tutti bruciati e non esistono più. O, per meglio dire, esistono solo poche copie di roba senza valore. La bibliografia di Dan Brown, ad esempio, è ancora lì. Così questa maledetta Bibbia in Braille diventa il simbolo di qualcosa che non ho ancora ben capito, ma è comunque un simbolo, e il cattivo di turno la vuole per se al fine di assoggettare gli ignoranti con la forza retorica delle sacre scritture. "E' già successo", afferma il cattivone. Purtroppo non è chiaro a cosa alluda, se alla causa che ha rovinato il pianeta o al pretesto con cui i sovrani hanno schiavizzato interi popoli come la Storia c'insegna.

Eli allora, piuttosto che dare ad un vecchissimo, senz'anima e mai sazio di potere Gary Oldman  un libro che comunque non sarebbe stato in grado di leggere, libro che per altro il personaggio interpretato da Denzel Washington conosce a memoria, si fa piantare una pallottola in pancia, ma con stoico vigore continua il suo viaggio verso la copisteria.

Arrivato a destinazione si mette a dettare la Bibbia ad uno scriba e quindi muore.
Molto bella la fotografia, irrilevante la presenza di Tom Waits nella pellicola. Irrilevante tutta la pellicola, a parte Mila Kunis, già attricetta da strapazzo nel serial That '70s Show, voce di Meg dei Griffin e parte del cast di Max Payne (una carrierona), docile donnina che mi scoperei di brutto.

Nell'immagine seguente possiamo osservare Mila Kunis allibita dalle dimensioni del mio pene e dalle capacità critico/cinematografiche del sottoscritto.


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Drink! "Non ci consoliamo dai dolori, semplicemente ce ne distraiamo."